Un’altra porta si chiude

Ci siamo. E’ il giorno prima del D-Day. Domani la mia villetta, quella che è costata tanta fatica e tanto impegno, il sogno forse di una vita il traguardo che ci si era prefissi tanto tempo fa, il simbolo di una soddisfazione tanto importante quanto poi difficile nell’accettare la strada poi necessariamente intrapresa….. verrà consegnata ai nuovi proprietari, e si esce per sempre. Non che io non fossi già fuori, o non che il giorno del rogito – quel venerdì 5 marzo 2021 – fosse stato meno pesante ma…. vedere oggi (e domani per l’ultima volta) la casa vuota, spoglia di tanti ricordi che comunque rimarranno per sempre…… fa un certo effetto.

Come fa un certo effetto a me vedere le piante non curate da tempo, il prato non tagliato, le margherite crescere ovunque…… il barbecue abbandonato, il box completamente vuoto di attrezzi e strumenti, la legna del camino così ben accatastata non più presente…. insomma se ne vanno 10 anni di vita, anche se per quanto scritto sopra, se ne va molto di più. In fondo, è una casa….. si dice….. che cosa sarà mai? E in fondo è proprio questo che mi causa un profondo senso di pesantezza e frustrazione: pensare che chi verrà dopo di me, possa pensare che quella sia “solo” una casa, delle pareti cui attaccare quadri e delle stanza vuote da sfruttare.

Una porta si chiude, non è certo la prima, e sicuramente non sarà nemmeno l’ultima. La vita per mia fortuna è lunga, e “il bello deve ancora venire”. Certe porte vanno chiuse, devono essere chiuse in certi casi. Sono soddisfatto di quello che ho realizzato fino ad oggi, sono orgoglioso di me e fiero delle mie capacità. Non ho ancora raggiunto la cima della montagna, di strada ce n’è ancora tanta da fare, e c’è tanta fatica ancora da spendere per raggiungere nuovi obiettivi, più sfidanti, più alti, più intensi, e ancora più ambiziosi. Io #ricominicodame, più forte, motivato e consapevole di sempre.

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